Kevin Powers
giovedì 4 aprile 2013
domenica 17 marzo 2013
Il seguito dell’Iliade
Quinto Smirneo
Il seguito dell’Iliade
Le vicende dei Tà meth’Hómeron, il “seguito” dell’Iliade, erano state la materia, in età arcaica, del cosiddetto “ciclo epico”, una serie di poemi che narravano il mito troiano dagli antefatti fino ai discendenti dei grandi protagonisti della guerra. Tali poemi, probabilmente, non si leggevano più già ai tempi di Quinto di Smirne. Egli volle così colmare una lacuna, prendendo Omero a maestro dal punto di vista della lingua e dello stile. Ma lo spirito di un’epoca diversa non poteva non penetrare nella sua opera. I personaggi, più drammatici e psicologicamente delineati, si mostrano al lettore nelle loro passioni e nei loro dubbi, nell’odio e nell’amore, e soprattutto nelle loro coscienze: dall’infelice amazzone Pentesilea al gigante etiope Memnone, dall’Aiace impazzito al temerario Euripilo, dal violento Neottolemo alla passionale Enone. Un’epica tradizionale ma diversa, affascinante per molti versi: l’unico poema antico rimastoci che narri questa sezione del mito, e che è stato a lungo ingiustamente dimenticato. Se ne propone ora la prima traduzione italiana integrale e disponibile anche al grande pubblico. Premessa di Giovanni Cerri.
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mercoledì 13 febbraio 2013
L’ispettore Morse e le morti di Jericho
Colin Dexter
L’ispettore Morse e le morti di Jericho
“Morta, morta, morta. E… Dio mio! Si era impiccata, a quanto dicevano. Una donna affettuosa, attraente, viva… e si era impiccata. Perché? Perché? Perché?”. L’irritante, bisbetico ispettore capo Morse ammira le donne ma ha una certa resistenza a concludere. Una sera qualunque, a un ricevimento, incontra una signora bella e disponibile, dotata di uno spirito e di una grazia seducenti. Nonostante l’attentato alla sua testarda solitudine sia molto promettente, un misto di indolenza e di pessimismo porta l’ispettore a non continuare l’avventura. Ma sei mesi dopo, per una di quelle “ironie della vita” (per citare Thomas Hardy, di cui forse si avverte l’influsso in questa storia così amara), Morse, trovandosi per caso nel quartiere di Jericho a nord di Oxford dove la donna abitava, scopre la sua fine desolata. E proprio così, è un suicidio? L’istinto di investigatore di Morse non può appagarsi con tanta superficialità e comincia un’inchiesta che batte a tappeto tutte le persone e tutte le occasioni legate alla fine di Anne Scott: gli amanti, gli alunni, i colleghi del circolo di lettura, le signore del circolo del bridge, i vicini di casa - quelli maligni, quelli amichevoli e quelli solo indifferenti. Registrando, con stupore crescente per il lettore, quante persone qualunque potrebbero avere un buon movente per uccidere una donna così amabile.
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